NO AL CONSUMO DI SUOLO BOSCATO AL CISAM. USARE LE CASERME ESISTENTI SOTTOUTILIZZATE

Purtroppo l’assurda proposta di utilizzare il CISAM per la nuova base dei carabinieri viene ancora riproposta e ancora con argomentazioni non veritiere.

Secondo questa proposta, realizzare una base che necessitava a Coltano di 445.000 metri cubi di fabbricati non produrrebbe al Cisam consumo di suolo. Tutto ciò senza dare prova dell’esistenza in quell’area di fabbricati utilizzabili per una volumetria comparabile. Non si capisce come ciò sarebbe possibile.

A questo punto pensiamo necessario chiarire cosa si intenda per “consumo di suolo” visto che ormai tutti ne parlano, spesso a sproposito.

Riprendiamo la definizione dalla bella Relazione Istruttoria sullo Studio di Fattibilità del progetto di Coltano prodotta dagli Uffici del Parco MSRM un anno fa: “Il consumo di suolo viene tecnicamente definito come una variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo, ed è un fenomeno che genera perdita di una risorsa ambientale fondamentale…….ponendosi così in contrasto anche coi principi fondativi della legislazione regionale sul governo del territorio, di cui agli articoli 1, 3, 4, 5 della legge regionale n. 65/2014.”

In altre parole significa trasformare un territorio che ha la capacità di realizzare degli assorbimenti di carbonio, contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici, in un territorio che emette carbonio e quindi che contribuisce al cambiamento climatico.

Si dice poi che sarebbe meglio la mega base oggi che la speculazione edilizia domani, facendo riferimento a quanto accaduto con la Curtatone e l’Artale. Quelle “valorizzazioni-speculazioni” sono state possibili solo perché il Comune lo ha permesso, approvando varianti urbanistiche di cambio di destinazione d’uso verso il residenziale e prevedendo e approvando (Curtatone) conseguenti Piani di Recupero. Al CISAM se il Parco non lo consente nessuna speculazione sarebbe possibile.

Al di là di queste argomentazioni non sarebbe il caso di affermare che il Parco sia tenuto fuori da questa partita e che il territorio del CISAM gli sia restituito finalmente completamente decontaminato?

Appare incomprensibile che non si parli al Tavolo Interistituzionale delle caserme esistenti, funzionanti, con tanto suolo già consumato e numerosissimi edifici ampiamente sottoutilizzati (Gamerra e Bechi Luserna).

A nostro avviso occorre partire da esse per dare risposta alle esigenze strettamente operative dell’Arma, chiarendo che su esse la città non permetterà mai nuove operazioni di “valorizzazione” immobiliare.

Tra quelle due caserme ci può essere la soluzione al problema, senza realmente andare a consumare nuovo suolo, agricolo o boscato che sia.

Pisa, 29 giugno 2022

Associazione ambientalista

La Città Ecologica APS

Il Comunicato su Il Tirreno del 30 giugno 2022.

L’Articolo de Il Tirreno del 20 giugno 2022

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